Papà, dove vai se il portacravatte non ce l’hai!

E per trovare un oggetto veramente raffinato, bisogna a tutti i costi andare all’Oratorio San Siro di Vidigulfo (PV) dove in questi mesi di laboratorio di Manualità, un gioco da ragazzi si stanno affinando giovani talenti del fai da te.
Un regalo utile per il 19 marzo San Giuseppe, che farà contenti molti papà disordinati (quindi anche le mamme) e anche tutti gli amanti dell’ordine.

Ecco le istruzioni per la realizzazione di questa bell’idea, come ce l’hanno descritta i ragazzi.

“Abbiamo preso due travetti in legno di 50 cm, che abbiamo giustapposto e incollato per raggiungere lo spessore ideale di 4×2 cm.
Una volta ben saldi, a formare un unico pezzo, abbiamo praticato 12 fori equidistanti del diametro di 10 mm a 30 mm l’uno dall’altro, per far questo abbiamo usato con l’aiuto dei nostri animatori il trapano a colonna con la punta del 10. E per renderlo dall’aspetto più equilibrato abbiamo cominciato a praticare i fori partire da 10 cm dall’alto.

Dopo, abbiamo praticato la levigatura con spugnette abrasive su tutto il travetto.

Nella fase di lavoro successiva abbiamo usato un taglia cornice e abbiamo ricavato 12 parti uguali di 14 cm di lunghezza l’una, da una bacchetta di legno di sezione 10 mm, per non sbagliare ci siamo immaginati di realizzare i pioli di una scala in miniatura.

Per ogni “piolo” ricavato abbiamo proceduto, verso l’estremità destra e verso quella sinistra, a una delicata lavorazione con la levigatrice, che ci ha consentito di creare due leggere concavità simmetriche, indispensabili per non far scivolare le cravatte.

Abbiamo provveduto a inserire nei fori del travetto principale i “pioli” ai quali, avendo lo stesso diametro, è bastata una goccia di colla per essere ben fissati.

Abbiamo rifinito i nostri portacravatte, prima con l’impregnante per legno e poi, per renderli più belli con il flatting o con la lacca.

Infine, per permettere ai nostri papà di appenderli comodamente nell’armadio o al muro, abbiamo raccolto dei vecchi occhielli di ometti in disuso e ne abbiamo avvitato sulla loro sommità uno ciascuno.” I.B.

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